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sabato 7 maggio 2016

A Torino per vincere

Siamo oramai giunti al capolinea. Così come successo nella passata annata, il Napoli si ritrova a giocarsi gran parte della stagione nelle ultime partite dell’anno, con l’avvicinarsi del caldo e alcuni calciatori stanchi e forse qualcuno anche con la testa altrove.
Sembra una maledizione, sarà quel senso di masochismo che pervade noi napoletani, ma sembra che se non ci sudiamo  l’agognato traguardo, non ci sia sfizio.   
L’anno scorso i ragazzi di Benitez, più o meno di questi tempi, contesero al Dnipro l’accesso alla finale di Europa League,  mentre in Campionato s’apprestavano a giocare al Tardini di Parma con una squadra già retrocessa.  La storia purtroppo racconta che entrambe le partite non andarono bene e in pochi giorni i partenopei videro sfumare la finale di Varsavia e allontanarsi il 3° posto in campionato.
Fortunatamente la storia raramente si ripete. Troppe le differenze tra questo Napoli e quello della passata stagione, troppo molle quello dell’anno scorso, in confronto a quello gagliardo di quest’anno,  senza considerare che prima del posticipo serale di domenica sera, sarà di scena all’Olimpico la Roma di Totti (più che di Spalletti),  obbligata a vincere con il Chievo nel lunch match della domenica e chissà che l’orario e la giornata quasi ferragostana non riservino ai giallorossi  solo miraggi di 2° posto. In ogni caso la scaramanzia dalle nostre parti è d’obbligo.
Per cui sentire da tanti improvvisati  napoletanisti, che la squadra di Sarri merita il 2° posto, che anzi sarebbe un delitto se non fosse così, considerato il cammino fatto fin qui dagli azzurri, sembra più un modo, alquanto  furbesco,  di mettere pressione alla squadra nel tentativo, nemmeno poi tanto celato, di  farla cadere, forse nell’unico difetto palesato quest’anno in più di una occasione,  il cosiddetto “braccino corto” o paura di vincere che dir si voglia.  
Ci sono poi coloro, che ingigantendo le difficoltà dell’incontro,  nel tentativo di tenere concentrato l’ambiente, raccontando di un Torino agguerrito, manco si giocasse la finale di Champions League, di un Ventura pronto a fare qualche scherzetto a De Laurentis e di un Immobile recuperato in extremis proprio per castigarci,  senza volere, mettono ancor più  ansia addosso ai giocatori.
La storia, come detto, difficilmente si ripete. Lo sanno bene anche i tifosi giallorossi, che troppe volte nell’ultimo mese hanno gioito negli ultimi minuti. La scampagnata a Torino non sarà poi così peregrina.

Col Frosinone già retrocesso, vuoi vedere che alla fine vedremo in campo anche …Grassi!

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