Napoli Frosinone dunque sarà
l’epilogo del campionato, iniziato male con subito molti nostalgici di
Benitez, giocato poi alla grande, rinverdendo i fasti del Napoli di Vinicio, con
qualche rimpianto nelle partite cruciali della stagione e che terminerà, ce l’
auguriamo tutti, con la standing ovation
a Higuaìn che entrerà nella storia e l’apoteosi finale, come se si vincesse lo
scudetto, con il pubblico a intonare un “giorno all’improvviso”.
Del resto i tifosi napoletani in
questo non hanno mezze misure.
Qualche riflessione tuttavia
andrebbe fatta. Si è persa quest’anno una grande occasione o la Juventus era comunque la squadra più forte e alla fine
in ogni caso avrebbe vinto lo scudetto ?
Domande legittime sia negli
ambienti più popolari che nei salotti buoni, ma che non trovano risposte
univoche. Probabilmente la verità come sempre è a metà del guado.
In un campionato paragonabile più
ad una corsa a tappe che ad una classica, La Juve ha fatto come si suole dire
il suo, avendo la rosa più completa e ben assortita rispetto a tutte le altre contendenti
e ciò nonostante, evidentemente, delle cessioni eccellenti, che sono state però adeguatamente compensate
dai nuovi acquisti. Di straordinario c’è
stato solo la modalità con la quale ha vinto l’ennesimo tricolore, ossia una
striscia di vittorie consecutive senza eguali. In altri termini non era tanto
in discussione il “se” la Juve avesse vinto o meno il Campionato, quanto
piuttosto il “come” lo avrebbe vinto.
E veniamo al Napoli, che ha
recitato più di altre comparsate un ruolo da protagonista. La squadra di Sarri, a detta di tutti, è
stata quella che ha espresso il gioco migliore, ma qualcosa, a parte la
panchina corta, in alcune partite non ha funzionato.
Ritornare con la mente a Torino,
non al Comunale della scorsa settimana, ma allo Juventus Stadium nel mese di
febbraio, fa decisamente male, eppure è proprio da lì che occorre partire per
capire “come” e “se” il Napoli avesse potuto riscrive la sua storia. A volte è proprio dagli errori passati che
occorre trarre l’insegnamento per migliorare il futuro.
La classifica continuava a sorridere
agli azzurri prima dello scontro diretto
della 25^ giornata. Due punti di vantaggio sui bianconeri era un margine sì
risicato, ma che la squadra di Sarri era riuscita a mantenere intatto nelle otto
giornate precedenti, non poche. Di queste, le ultime sei trascorse in testa
alla classifica.
C’era la possibilità di portarsi
a + 5 (virtualmente + 6 per il vantaggio negli scontri diretti), ma il Napoli
sembrò accontentarsi, quando invece bisognava avere più coraggio. Beffardo
destino attende chi non riesce ad assestare il colpo decisivo. La zebra trovò la zampata finale che stese il
ciuccio e con esso forse le speranze di un’intera città.
Non abbiamo la sfera di
cristallo. Non sappiamo cosa sarebbe
successo se il Napoli, sbarazzino e fin troppo incosciente fino ad
allora, non avesse proprio a Torino preso fin troppa coscienza di sé, al punto
da speculare sul pareggio. Una cosa però è certa. Nella vita come nello sport, le
motivazioni rivestono sovente una
importanza fondamentale. Il Napoli forse,
non avrebbe fatto i punti della Juve, ma probabilmente anche i bianconeri, avvezzi sì a vincere ma pur sempre umani, interrotta
la striscia di vittorie consecutive proprio
contro i partenopei, avrebbero mollato
un po’ mentalmente e chissà poi come
sarebbe andata a finire con Higuaìn, che forse non avrebbe avuto motivo di
uscire di senno con Irrati a Udine e
Rizzoli, che forse avrebbe nel derby della
mole applicato il regolamento.
Forse, chissà !
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