E’ ancora bruciante la ferita per
la cessione di Higuaìn che si resta increduli al pensiero che stia per iniziare
un'altra stagione ma a guidare l’attacco del Napoli non ci sarà più il
fuoriclasse argentino. Ma si sa “the show must go on” lo spettacolo deve continuare, per cui
soffermarsi sul come si sia arrivati a questo, se sia stata più colpa del
calciatore o del Presidente, sul perché di una scelta che ai piu è sembrata incomprensibile,
oggi appare anacronistico. E’ successo punto.
E il tifoso per l’amore che deve avere per la maglia, ha il dovere di guardare avanti. Già avanti!
All’unisono esperti e meno esperti
hanno attribuito ai bianconeri il sesto scudetto di fila. D’altronde osservano
come la Juve + Higuain = corazzata imbattibile, ma si sa quanto azzardato sia
applicare la matematica al calcio. La favola Leicester insegna.
Il Napoli parte da una certezza.
Il gioco di Sarri. Il tecnico toscano ha avuto un anno di tempo per far
assimilare ai calciatori i suoi schemi e per prendere coscienza dai propri errori. Gli altri interpreti della squadra sono rimasti pressappoco gli stessi e salvo
clamorose sorprese dovrebbero restare tali. Anche i “mal di pancia” di qualcuno, con un buon digestivo dovrebbero passare.
In più è arrivato qualche
rinforzo, duttile nel ruolo, di cui si avvertiva già da tempo la necessità e
qualchedun altro arriverà entro la fine del mercato. Alla fine non dovrebbero
esserci più prime donne.
Poi c’è la superstizione: Higuaìn
è un “eterno secondo”. A Madrid ancora ripensano alla “decima” vinta l’anno
dopo che l’argentino lasciò il Real, attesa 12 lunghi anni.
Proviamo a fare noi
i conti. Nel 2017 saranno 27 gli anni dall’ultimo tricolore.
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